Vini D.O.C.
I tre comuni, tutti appartenenti all'Associazione delle Città del Vino, si connotano per una tradizione secolare nella coltivazione della vite e nella vinificazione (la Cantina Sociale di Montescano, di recente acquisita dalla Cantina Sociale di La Versa, fu fondata nel 1902); a partire dai primi anni del 1920 a Canneto Pavese si teneva la Mostra dei vini tipici e già ai primi del '900 Canneto veniva premiato per i suoi rossi) e per la produzione di vini a Denominazione di Origine Controllata Oltrepò Pavese molto pregiati. I principali vini D.O.C. prodotti nel territorio dei Comuni di Canneto Pavese, Castana e Montescano sono:
Barbera D.O.C.
Barbera fino a un massimo del 65%; Croatina minimo 25%, Uva rara, Ughetta (Vespolina) e Pinot Nero, congiuntamente o disgiuntamente, fino a un massimo del 45%
Caratteristiche:
Gradazione alcolica minima 12°
Può essere proposto in versione fermo o vivace
Colore: rosso rubino vivo più o meno intenso
Profumo: Intenso, vinoso, ricorda la confettura di frutta rossa, con sfumature speziate
Sapore: equilibrato, di buona persistenza e struttura
Abbinamenti: Accompagna egregiamente selvaggina, cacciagione da piuma e piatti di carne in genere, elaborati
Bonarda D.O.C.
È prodotto con uve ottenute dal vitigno Croatina, autoctono dell'Oltrepò Pavese, per almeno l'85%
Caratteristiche:
È' presente nelle prime Denominazioni di Origine Controllata assegnate all'Oltrepò Pavese nel 1970.
Può essere fermo, vivace, frizzante, secco, amabile, dolce, ma, anche, affinato in legno (nella versione fermo e secco).
Colore: rosso rubino carico con riflessi violacei, brillante, di medio-buona viscosità
Profumo: fine, intenso, franco; piacevole il richiamo ai piccoli frutti, il floreale, ma anche lo speziato
Sapore: di buona struttura,leggermente tannico, medio-lunga la persistenza aromatica
Abbinamenti: Ottimo con salumi, agnolotti con sugo di brasato, piatti con sughi leggermente unti.
Buttafuoco D.O.C.
Barbera fino a un massimo del 65%; Croatina minimo 25%, Uva rara, Ughetta (Vespolina) e Pinot Nero, congiuntamente o disgiuntamente, fino a un massimo del 45%
Caratteristiche:
Gradazione alcolica minima 12°
Può essere proposto in versione fermo o vivace
Colore: rosso rubino vivo più o meno intenso
Profumo: intenso, vinoso, ricorda la confettura di frutta rossa, con sfumature speziate
Sapore: equilibrato, di buona persistenza e struttura
Abbinamenti: Accompagna egregiamente selvaggina, cacciagione da piuma e piatti di carne in genere, elaborati
Sangue di Giuda D.O.C.
Barbera fino a un massimo del 65%; Croatina minimo 25%, Uva rara, Ughetta (Vespolina) e Pinot Nero, congiuntamente o disgiuntamente, fino a un massimo del 45%.
Caratteristiche:
Deve avere una gradazione alcolica minima di 12° e un affinamento obbligatorio di 6 mesi.
Può essere proposto in versione vivace o frizzante con un residuo minimo di 30 gr di zuccheri.
Colore: rosso rubino carico con riflessi purpurei-violacei, brillante e viscoso
Profumo: è fine, penetrante e netto. Si nota la fragranza della frutta fresca, un ampio speziato e un delicato floreale.
Sapore: buon corpo, buona morbidezza, è equilibrato, con una lunga persistenza.
Abbinamenti: Servito a una temperatura di 12° può accompagnare crostate di confettura di frutta, paste sfoglie. Ottimo con le fragole
Rosso Oltrepò Pavese D.O.C.
Il disciplinare recita: Barbera fino a un massimo del 65%; Croatina minimo 25%, Uva rara, Ughetta (Vespolina) e Pinot Nero, congiuntamente o disgiuntamente, fino a un massimo del 45%
Caratteristiche:
Deve avere una gradazione alcolica minima di 11,5°.
Può essere proposto in versione ferma o vivace
Colore: rosso rubino carico, è brillante, con una viscosità medio buona
Profumo: fine, intenso, pulito, con sentori di frutta fresca e floreali che ben si amalgamano a sentori speziati
Sapore: abbastanza strutturato, con un equilibrio discreto; misurata la persistenza
Abbinamenti: Va servito a una temperatura di 18°C con carni in genere, salumi e primi piatti tipo agnolotti
Pinot nero vinificato in rosso D.O.C.
Pinot Nero minimo 85%, altre uve a bacca nera raccomandate o autorizzate per un massimo del 15%
Caratteristiche:
La gradazione alcolica minima svolta deve essere di 10,5°". Può essere vinificato in bianco vivace, fermo oppure rosato e rosso. L'aggiunta di piccole percentuali di uve coloranti assume particolare rilievo per il Pinot Nero vinificato in rosso: i difetti del Pinot Nero sono infatti la scarsa colorazione e la tendenza all'ingiallimento precoce, problema solo parzialmente risolto dai nuovi cloni studiati di recente.
Colore: rosso rubino con sfumature amaranto e unghia aranciata, è brillante, con buona viscosità
Profumo: di grande eleganza, intenso, netto; chiari i sentori di cassi e di fiori secchi, ma anche di sottobosco, di funghi secchi, di liquirizia e speziati
Sapore: dimostra grande equilibrio, medio-buona struttura, lunga persistenza
Abbinamenti: Da servire a una temperatura di 16-18°. Ben accompagna formaggi invecchiati, ottimo sulla selvaggina da piuma
Pinot nero vinificato in bianco D.O.C.
Pinot Nero minimo 85%, altre uve a bacca nera raccomandate o autorizzate per un massimo del 15%.
Caratteristiche
La gradazione alcolica minima svolta deve essere di 10,5. L'aggiunta di piccole percentuali di uve coloranti assume particolare rilievo per il Pinot Nero vinificato in rosso: i difetti del Pinot Nero sono infatti la scarsa colorazione e la tendenza all'ingiallimento precoce, problema solo parzialmente risolto dai nuovi cloni studiati di recente.
Colore: giallo paglierino mediamente carico, brillante, con una media viscosità.
Profumo: ha profumi delicati, fragranti, di discreta persistenza con note di mela golden e di pesca.
Sapore: acidulo, fresco, elegante con una buona persistenza.
Abbinamenti: Va servito a una temperatura di 18°C con carni in genere, salumi e primi piatti tipo agnolotti
Riesling Italico D.O.C.
Riesling Italico per l'85% minimo e Riesling Renano per un massimo del 15%
Caratteristiche
La gradazione minima svolta deve essere di 11°". Può essere proposto nelle versioni fermo, vivace, frizzante e spumante.
Colore: Giallo paglierino più o meno carico, a volte con rapide lance ambrate;
Profumo: elegante, intenso, franco; prevalgono sentori fruttati e floreali, piacevole anche la componente speziata-aromatica.
Sapore: coinvolgente, di corpo, con un buon equilibrio e buona persistenza
Abbinamenti: Da servire a una temperatura di 10 °C con torte salate, frittatine e primi piatti con cadenza acidula, pesce.
Riesling Renano D.O.C.
Il disciplinare recita: da uve Riesling Renano per l'85% minimo e Riesling Italico per un massimo del 15%
Caratteristiche
La gradazione minima svolta deve essere di 11°". Può essere proposto nelle versioni fermo, vivace, frizzante e spumante.
Colore: Giallo paglierino più o meno carico, a volte con rapide lance ambrate; brillante, buona viscosità.
Profumo: elegante, intenso, franco; prevalgono sentori fruttati e floreali, componente speziata-aromatica.
Abbinamenti: Da servire a una temperatura di 10 °C con torte salate, frittatine e primi piatti con cadenza acidula, pesce.
Moscato D.O.C.
Moscato Bianco minimo 85% e Malvasia di Candia per un massimo del 15%
Caratteristiche
La gradazione alcolica minima svolta deve essere di 10°": Il vino, sempre dolce, può essere fermo, frizzante e spumante metodo Charmat. Negli ultimi anni la Denominazione di Origine Controllata è stata estesa anche alle versioni Moscato passito e Moscato liquoroso.
Colore: giallo paglierino carico con riflessi dorati, brillante, di buona viscosità.
Profumo: fragrante, intenso, quasi penetrante, franco. Netti i sentori di pesca e albicocca, delicate le note speziate della salvia.
Sapore: oinvolgente, di buona struttura, piacevole equilibrio e lunga persistenza.
Abbinamenti: Da servire a una temperatura di 8 °C sui dessert in genere, splendido su dolci grassi e farciti.
Libri e riviste
Di seguito si fornisce un elenco di libri dedicati all’Oltrepò Pavese
AAVV, Oltrepò e dintorni: itinerari per quattro stagioni, EDO – Edizioni Oltrepò, 2000
Alberici Annalisa, La tavola del gran pavese: enogastronomia, cultura, tradizioni e folclore in Lomellina, Oltrepò, Pavese, Muzzio, Padova, 1998
Amari Monica, Guida del turismo industriale in Lombardia, Electa, Milano, 1998
Arecchi Alberto, (a cura di), Colline e montagne pavesi, Collana Liutprand, Pavia, 1996
Azienda di promozione turistica nel pavese, Guida alla provincia di Pavia: Pavese, Lomellina, Oltrepò: tre identità in un grappolo di emozioni, Verba & Scripta, Pavia, 2001
Bernini Fabrizio, Guida all’Oltrepò Pavese, Edizioni Cartografia Topografica Pavese, Pavia, 1989
Bono Virginio Giacomo (e altri), Oltrepò Pavese: aspetti di cultura contadina, Silvana, Milano, 1979
Brera Gianni, Una provincia a forma di grappolo d’uva: Lomellina, Pavese, Oltrepò, Istituto editoriale regioni italiane, Milano, 1979
Capecchi Fabrizio, Un altro Oltrepò: Pavese, Piacentino, Tortonese, Edizioni Croma, Pavia, 1996
Conti Flavio, Hybisch Vincenzo e Vincenti Antonello, I castelli della provincia di Pavia, Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1990
Greppi Piermaria, L’Oltrepò Pavese collinare e montano, Greppi Editore, Cava Manara (Pavia), 2000
Mastropietro Luca, Aspetti di storia di Canneto Pavese, a cura dell’Amministrazione Comunale e della Biblioteca di Canneto Pavese, 1984
Merlo Mario, Castelli, rocche, case-forti, torri della provincia di Pavia, Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura, Pavia, 1971
Milani Mino, Strade d’Oltrepò, Todaro Editore, Lugano, 1998
Morari Cornelio e Botto Daniela, Voghera e l’Oltrepò Pavese, Edibooks, Milano, 1994
Petrini Carlo e Stecchi, Guido, Le città del vino 2003, Civin S.r.l., Siena
Piccinardi Antonio, L’Oltrepò Pavese, Nibbio, Milano, 1982
Touring Club Italiano, Turismo del vino in Italia, Touring Editore, Milano, 2001
Tozzi Pierluigi, Paesaggi e itinerari dell’Oltrepò Pavese, Edizioni Antares, Pavia, 2000
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Riviste
Si consiglia anche la consultazione, nelle annate arretrate e negli ultimi numeri, delle seguenti riviste
Oltre, bimestrale di cultura, ambiente e turismo, Edito da EDO srl, Voghera
Vinoltrepò, edito dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese
Percorso cicloturistico
L'itinerario attraversa il territorio dell’Unione di Comuni Prima Collina alternando tratti su strade asfaltate a basso traffico veicolare a tratti su strade interpoderali con fondo in pietrisco oppure in terra battuta. Si tratta di una rilassante escursione che pur non essendo eccessivamente tecnica richiede una bicicletta robusta con adeguata rapportatura, preferibilmente una mountain bike.
Buona parte del percorso attraversa i vigneti che rappresentano la bellezza e la ricchezza della zona; nei tratti più elevati è possibile spaziare sul notevole paesaggio delle colline dell’Oltrepò Pavese
MAPPA
Caratteristiche dell'itinerario
Punto di partenza/arrivo: Canneto Pavese, via Roma (Ufficio Postale – Chiesa parrocchiale)
In alternativa:
Montescano, via Ca’ Colombi (Municipio)
Castana, Chiesa parrocchiale di S. Andrea
Modalità di percorrenza: Bicicletta (mountain bike)
Lunghezza: Km. 21,5 totale strada asfaltata: km 12,1 (56%); non asfaltata: km 9,4 (44%)
Durata: 3 ore circa
Difficoltà: Percorso facile con qualche tratto in salita
L’itinerario inizia a Canneto, in via Roma, presso la Chiesa parrocchiale, dove si trova un comodo parcheggio. La parrocchiale, del XII secolo, è intitolata ai Santi Marcellino, Pietro ed Erasmo. Dal sagrato, sulla sinistra, sono visibili i resti dell’Antica Chiesa di San Marcellino.
Si imbocca, a fianco del parcheggio, la via della Chiesa, attraversando il nucleo abitato di Canneto. Dopo circa 350 metri, all’incrocio che si presenta, si svolta a sinistra in via Cavè, scendendo lungo una carrareccia non asfaltata.
Il percorso in discesa, lasciato il centro abitato, è affiancato da vigneti e frutteti. A destra è possibile vedere poco distante la frazione di Vergomberra, mentre in cima alla collina di fronte si scorge la frazione di Monteveneroso.
Superato un piccolo gruppo di case bianche, in fondo alla discesa si gira a sinistra, proseguendo lungo la strada di fondo valle, pianeggiante e in terra battuta. La strada in questo tratto costeggia un bosco sulla destra e i vigneti sulla sinistra. Al bivio che si incontra dopo circa 400 metri si prosegue diritto. Volgendosi a sinistra, in cima alla collina si può vedere la parrocchiale in mezzo al centro abitato di Canneto, punto da cui ha avuto inizio l’itinerario.
La strada interpoderale finisce sul tratto asfaltato che da Vigalone sale verso Monteveneroso: all’incrocio si svolta a destra. Inizia una salita sinuosa; dopo qualche centinaio di metri, sulla destra, si può scorgere il Pozzo di Sant’Antonio, caratteristico manufatto in mattoni a vista. Superato l’incrocio con l’indicazione “Malaspina”, si prosegue diritto. La pendenza della strada aumenta e, dopo un grappolo di tornanti, il cartello con l’indicazione “Monteveneroso” segna l’inizio del nucleo abitato della frazione.
Dopo circa 200 metri si raggiunge un incrocio in corrispondenza del quale bisogna girare a sinistra seguendo le indicazioni per Montescano e Castana. In cima alla salita, prima del cascinale ristrutturato che si incontra sulla sinistra, c’è un punto panoramico dal quale è possibile ammirare con soddisfazione la salita appena effettuata, con lo sfondo delle colline coltivate a vigna fino al Comune di Montù Beccaria.
La strada prosegue con un leggero sali-scendi fino alla località di Costiolo (frazione di Canneto), costituita da un piccolo gruppo di case. Si continua diritto fino all’incrocio, dove l’itinerario prosegue seguendo le indicazioni per Montescano. Volendo, è possibile fare una breve deviazione sulla sinistra lungo la strada a fondo cieco che conduce al panoramico Poggio Rebasti e ritornare successivamente indietro (800 metri in totale) per riprendere l’itinerario generale.
Dal sopradetto incrocio, è possibile godere di una vista panoramica sulla collina in cima alla quale si colloca Castana (dove svetta il campanile della Chiesa parrocchiale di S. Andrea) e, più a sinistra, la sua frazione di Ca’ Colomba. In basso, invece, si vede il Palazzo Olevano, con le inconfondibili pareti di colore rosso, sede della Fondazione Salvatore Maugeri.
Proseguendo in discesa verso Montescano, dopo l’ultimo tornante, all’incrocio, si gira a sinistra verso la citata Fondazione Maugeri, appena prima della quale si imbocca una deviazione a destra per la strada che costeggia il perimetro della Fondazione stessa.
Dopo circa 100 metri di strada asfaltata, al termine del nucleo edificato, si prosegue dritto imboccando la strada sterrata in discesa, costeggiata da vigneti su entrambi i lati. Al bivio, che si presenta con al centro un palo della luce dopo poche decine di metri di strada sterrata, occorre imboccare la carrareccia a sinistra invece di proseguire dritto.
Dopo la discesa, la strada prosegue a fondo valle in un tratto ombreggiato, costeggiando e poi scavalcando un piccolo canale. Il fondo della strada diventa in pietrisco non appena si raggiungono le prime case di Montescano sulla sinistra.
Al termine della strada sterrata si arriva sul viale alberato che dal Municipio di Montescano sale verso Ca’ Colomba. Per inciso, l’itinerario può avere inizio anche da questo punto, dove è possibile parcheggiare la macchina, per chi arriva nei comuni di Prima Collina da Stradella lungo la Strada Provinciale n.201 della Val Versa.
Girando a destra, lasciato il Municipio alle spalle, si percorre la strada asfaltata fino alla prima deviazione sulla sinistra (via Ca’ Cereghini).
Il tratto iniziale della via è asfaltato; dopo qualche villetta invece inizia la strada interpoderale su fondo in pietrisco. Il percorso prosegue sinuoso e in piano tra le vigne parallelamente alla Val Versa.
All’incrocio, dove si incontra per un brevissimo tratto la strada asfaltata, si svolta a destra: la strada interpoderale riprende leggermente in salita fino alla frazione di Ca’ Colomba. Alle prime case, dopo un breve strappo finale, si svolta a sinistra con una curva a gomito per tornare verso sud lungo la strada interpoderale che solo per il piccolo tratto iniziale è asfaltata
Un percorso rilassante e panoramico conduce tra vigne e ulivi fino alla frazione di Ca’ Lunghi. Spuntando sulla strada asfaltata, si gira a destra lungo una tratto sinuoso che attraversa la confinante frazione di Casa Rossa. Percorse alcune curve ravvicinate, e superato di poche centinaia di metri il nucleo abitato, si imbocca la prima carrareccia in pietrisco sulla sinistra.
L’itinerario riprende in piano tra i vigneti con una splendida vista panoramica sulla Val Versa. Al termine del tratto pianeggiante si incontra un bivio: imboccato il ramo di destra, una salita breve ma ripida tra alcune cascine conduce nuovamente sulla strada asfaltata.
Da lì si prosegue verso destra. Superate le case della località Barbieri, tra cui l’officina del fabbro che si incontra sulla destra, si svolta a sinistra seguendo l’indicazione “Quarti” e “Tornura”. La strada, sempre asfaltata, dopo un breve tratto in salita prosegue in discesa per circa un chilometro e mezzo, con un andamento in cresta alla collina estremamente panoramico su entrambi i lati. Nel tratto iniziale, sulla destra, il panorama si apre da un lato verso Castana, dall’altro verso la Valle dello Scuropasso con lo sfondo delle colline di Cigognola (dove è riconoscibile il castello). Diritto, nelle giornate più terse, si scorge invece il castello di Montalto Pavese.
Superata la località Tornura, con una cappella votiva sul margine sinistro della strada, sempre godendo di splendide vedute sull’Oltrepò si arriva alla località Quarti dove si trova l’unica, all’interno dell’Unione di Comuni Prima Collina, azienda agricola con allevamento di animali.
Immediatamente prima del fienile si svolta a destra e si scende lungo la carrareccia. La strada conduce fino al nucleo principale di Castana, attraversando una ansa che si dispiega tra boschi e vigneti con una vista panoramica sulla Valle dello Scuropasso. Gli ultimi 200 metri verso Castana sono molto ripidi ma la strada diventa asfaltata.
In cima alla salita si arriva nel centro di Castana. Il parcheggio che si trova di fronte alla Chiesa parrocchiale di S. Andrea può essere una valida alternativa come punto di partenza dell’intero itinerario, per chi arriva da Broni lungo la Strada Provinciale n. 45.
Si prosegue dritto seguendo l’indicazione “Casa Colombi”, lasciando la chiesa sulla destra.
Raggiunto e superato il cimitero, dopo circa 400 metri si lascia il percorso asfaltato per imboccare la strada interpoderale che si incontra sulla sinistra. Si tratta di una carrareccia in pietrisco che scende diritta lungo la massima pendenza, tagliando in due le coltivazioni a vigna. Il panorama che si ha di fronte è quello delle colline di Costiolo e, più a destra, del Poggio Rebasti da cui si è transitati nella prima parte del percorso.
In fondo alla discesa, passando in mezzo a due casupole, si gira a sinistra proseguendo in piano. Dopo un tratto sinuoso tra le vigne, si passa attraverso una radura boschiva. Al primo bivio si svolta a sinistra dove inizia una salita con lieve pendenza. Dopo un centinaio di metri circa si raggiunge un pozzo sulla sinistra; si prosegue quindi la salita fino a raggiungere la Strada Provinciale n.45, proprio in corrispondenza del cartello stradale di ingresso in Castana.
Per proseguire l’itinerario si svolta a destra. Si attraversa la frazione Palazzina e si perviene ad un incrocio dove si seguono le indicazioni per Broni e Canneto Pavese, per poi svoltare dopo pochi metri a destra, imboccando la piccola strada che sale con un tornante.
Dopo il primo strappo si prosegue in dolce salita e si può godere di una notevole vista panoramica, inizialmente a destra verso Castana, dove sono riconoscibili, in posizione dominante, il Castello Cardoli – De Ghislanzoni di origine medievale, e, sullo sfondo, le colline oltre la Val Versa. Superata la località Casa Crivellini il panorama si apre a sinistra verso Canneto, la Valle dello Scuropasso e la piana del Pò.
Superata l’azienda vinicola Quaquarini, scendendo verso Monteveneroso, bisogna prendere la prima strada a sinistra con l’indicazione per Canneto Pavese. L’itinerario a questo punto prosegue in discesa con un bel panorama sui vigneti; si incontrano, prima sulla destra e poco più avanti sulla sinistra, due caratteristici pozzi in mattoni a vista.
Allo “stop” si incrocia di nuovo la Strada Provinciale n.45 e si svolta a destra in direzione Canneto. Superata la frazione Casabazzini, si raggiunge l’incrocio in prossimità del Ristorante “La Pesa”, dove si svolta a destra verso il centro di Canneto. Seguendo le indicazioni per Stradella, si supera la Tenuta Malpaga sulla sinistra e successivamente si raggiunge di nuovo la chiesa di Canneto, punto di arrivo dell’itinerario.
Varianti
L'itinerario può avere inizio a scelta a Canneto (via Roma, Ufficio Postale – Chiesa parrocchiale), a Montescano (via Ca’ Colombi, Municipio) oppure a Castana (Chiesa parrocchiale di S. Andrea). Questi punti sono raggiungibili in auto da Broni (Canneto e Castana) o da Stradella (Montescano) e vi si può parcheggiare agevolmente.
In alternativa, si può arrivare a Canneto direttamente in bicicletta dalla Stazione Ferroviaria di Broni seguendo il percorso: via Togni, piazza Vittorio Veneto, piazza Garibaldi, via Emilia, via Dante, Strada Provinciale n.45 fino all’incrocio della pesa.
Come segnalato nella descrizione, l’itinerario può essere percorso anche in modo parziale sfruttando le connessioni intermedie tra la località Costiolo e Monteveneroso oppure tra la località Ca’ Colomba e Castana.
L’itinerario, infine, può essere percorso senza problemi anche in senso opposto.
Piatti tipici
L’Oltrepò Pavese, per la sua collocazione geografica, risente delle tradizioni gastronomiche di Emilia Romagna e Piemonte e lega alcune delle sue ricette tipiche alle abitudini di domini passati (come quello spagnolo e francese) ma sopratutto ad una vocazione contadina antica e mai rinnegata.
Coppa
Preparazione
La coppa, ovvero l'omonima parte del maiale (il muscolo sopra al collo) salata, insaccata e conservata a crudo, che si fa nell'Oltrepò pavese è molto diversa da quella piacentina soprattutto per un particolare determinante: le dimensioni. Più magra e più piccola, richiede una mano magica del salumiere perché rispetti comunque il gusto nordico del salume dolce e non venga sapida come gli Ossocolli del centro-sud. Resta in concia 5 o 6 giorni con il sale e le spezie preferite di ogni produttore (comunque poche), poi viene bagnata nel vino. Quindi viene insaccata in budello grosso naturale e lasciata stagionare per un anno, se non anche un anno e mezzo. Naturalmente diventerà quasi secca, pressoché impossibile da affettare. Viene allora avvolta in uno strofinaccio e lasciata in infusione in un vino osso corposo, un barbera vecchio stile. Dopo qualche giorno si sarà ammorbidita, la pelle sarà completamente viola e si staccherà facilmente. Allora la coppa sarà affettabile, gustosa, saporita ma non salata.
Abbinamenti
Sono consigliati vini secchi o amabili, frizzanti o rossi con buonaacidità, anche mossi (Bonarda, Barbera)
Fagioli con le cotiche
Ingredienti
450 g di cotiche di maiale fresche
220 g di fagioli borlotti secchi
30 g di lardo, una grossa cipolla
1 grossa cipolla
2 coste di sedano
2 carote
2 spicchi d'aglio
1 bicchiere di salsa di pomodoro
burro q.b.
pepe appena macinato, sale
Preparazione
Bagnate i fagioli in acqua fredda e lasciateli in ammollo per metà giornata. Scolateli e lessateli in acqua non salata. A parte, lessate le cotiche insieme a mezza cipolla, una costa di sedano e l'aglio. In una casseruola sciogliete una noce di burro e rosolate il lardo tritato, la cipolla avanzata affettata a velo, le carote grattugiate e la costa di sedano tagliata alla julienne. Quando il soffritto è ben profumato, mettete in padella i fagioli lessati e le cotiche tagliate a fettuccine. Aggiungete la salsa di pomodoro e poco del brodo ottenuto con le cotiche. Salate, pepate e prolungate la cottura per poco più di mezz'ora.
Abbinamenti
Suggerito l'abbinamento con vini piuttosto robusti come Bonarda, Buttafuoco, Rosso Oltrepò.
Frittata con i vertis
I germogli di Luppolo (Humulus lupulus), in dialetto vertis, noti pure come bruscandoli, asparagina o asparagi selvatici, pur non avendo nulla a che vedere nè botanicamente nè gastronomicamente con gli asparagi selvatici veri e propri, sono i giovani virgulti della pianta e sono lunghi e sottili, ma non sono rigidi e si raccolgono dai rami rampicanti che invadono le siepi, le reti di recinzione, i muretti, avvolgendo a spirale tutto ciò che consente alla pianta di raggiungere più luce. Rispetto a germogli simili di altre piante, che sono quasi sempre lucidi e glabri, si riconoscono perché ruvidi, quasi appiccicosi. Crescono proprio dappertutto, vengono venduti in mazzetti sulle bancarelle e nei negozi, sono i protagonisti di due specialità primaverili (si raccolgono in aprile) classiche dell'Oltrepò: il risotto e la frittata con i luvertis, ma stanno benissimo anche nelle minestre.
Ingredienti
400 g di getti di luppolo. 6 uova, burro, grana grattugiato, sale
Preparazione
Tagliate a tocchetti lunghi tre centimetri i getti di luppolo (luvertis), passateli al burro con un po’ di sale finché non prendono un colore più chiaro. Sbattete le uova con altro sale e abbondante formaggio, unite i luvertis scottati e rimettete il tutto nel tegame dopo avervi sciolto altro burro. Cuocete finché la frittata non è dorata da entrambi i lati.
Gallina ripiena
Ingredienti
una gallina
6 fette di pancetta
2 uova
un ciuffo di prezzemolo
8 foglie di salvia
2 spicchi di aglio
2 carote, 1 cipolla
6 cucchiai di parmigiano grattugiato
4 cucchiai di pangrattato foglia d'alloro
pepe appena macinato, sale
Preparazione
Eviscerate la gallina e mettete da parte il cuore, il fegato e lo stomaco, che tritate. Unite a questo trito il prezzemolo sminuzzato, la salvia, la pancetta a dadini, l'aglio schiacciato, il parmigiano e il pangrattato. Aggiungete il sale, il pepe e le uova intere. Mescolate il ripieno fino alla perfetta amalgama di tutti gli ingredienti. Con questo riempite la gallina e ricucite. Lessate la gallina così trattata e servitela tagliata in pezzi, ciascuno accompagnato dalla propria porzione di ripieno. La gallina, come tutti gli animali da cortile, è stato un cardine della cucina tradizionale contadina dell'Oltrepò tanto che, insieme ai ravioli, era il piatto tradizionale delle festività più importanti.
Abbinamenti
Suggerito l'abbinamento con vini piuttosto robusti come Bonarda, Buttafuoco, Rosso Oltrepò.
Miccone pavese
Descrizione
L'impasto è duro, ossia con solo il 35/40% di acqua:in tal modo il pane potrà mantenersi a lungo fragrante in zone con clima tanto umido. Ne risultano pagnotte sapide, con aroma di pasta lievitata ben distinto, crosta spessa e mollica bianchissima, soffice ed elastica, che si esaltano con salumi stagionati e piuttosto dolci e sono ideali per "pucciare" gli intingoli degli stracotti.
Cenni storici
Il miccone è un pane tradizionale pavese. Nei forni che usano ancora il lievito naturale non c'è di meglio, per accompagnare la coppa e il salame che questo grosso pane di pasta dura lasciato riposare per un paio di giorni. L'impasto che dà origine a questo tipo di pane è molto faticoso da lavorare e si ritrova (senza grassi come questo oppure condito con strutto) lungo tutta la valle del Po seppure con forme diverse. Ha una tradizione al medioevo con l'obiettivo di ottenere pane con minor percentuale di umidità
Pancetta
Preparazione
La fattura è semplicissima e tende a valorizzare il gusto intrinseco delle carni dei suini lombardi e i profumi dovuti all’ambiente della lunga stagionatura: salata e pepata con abbondanza, aromatizzata con poco aglio, viene arrotolata e fatta maturare. Se non si sono fatti errori (soprattutto lasciando cuscinetti d’aria), diventa spesso un salume eccellente, in cui la sapidità e l’aroma particolare sovrastano la sensazione di grasso. Diventa quasi un peccato mortificarla come ingrediente delle ricette locali con la selvaggina. Sono ancora molte le famiglie e le piccole macellerie che in Oltrepò uccidono il maiale e fanno i salami (simili a quelli di Varzi) e altri insaccati in modo artigianale. Il clima dell’Oltrepò è particolarmente adatto alla lunga stagionatura di straordinarie coppe e della pancetta arrotolata, ed è quest’ultima che più incuriosisce: proprio la Diventa quasi un peccato mortificarla come ingrediente delle ricette locali con la selvaggina. Sono ancora molte le famiglie e le piccole macellerie che in Oltrepò uccidono il maiale e fanno i salami (simili a quelli di Varzi) e altri insaccati in modo artigianale. Il clima dell’Oltrepò è particolarmente adatto alla lunga stagionatura di straordinarie coppe e della pancetta arrotolata, ed è quest’ultima che più incuriosisce: proprio la lavorazione manuale e un po’ a occhio nei dosaggi da parte di piccolissimi produttori fa sì che ogni pancetta sia diversa dalle altre.
Abbinamenti
Bonarda, Buttafuoco, Rosso Oltrepò
Agnolotti (ravioli) di brasato
Ingredienti
800 g di polpa di manzo
700 g di farina bianca
200 g di pomodori pelati passati
50 g di burro
50 g di lardo
6 uova
2 bicchieri di vino rosso
1 carota
1 cipolla
1 gamba di sedano
1 foglia d'alloro
brodo di carne
sale e pepe
Preparazione
Fate la pasta con la farina, le uova e acqua quanto basta. Rosolate nel burro, con gli odori battuti insieme al lardo, la carne di manzo, bagnatela col vino e fatelo consumare. Aggiungete 2 mestoli di brodo e i pomodori, salate e pepate. Dopo tre ore di cottura a fuoco molto lento e in brasera coperta ermeticamente, tritate la carne, mescolatela al parmigiano, alle uova, a parte del suo sugo e a un pizzico di noce moscata. Col composto fate delle palline che porrete a distanza regolare sulla pasta tirata sottile. Coprite con un’altra sfoglia di pasta e ricavate dei ravioli quadrati. Per il condimento usate il sugo del brasato, ristretto se necessario e passato al setaccio.
Abbinamenti
Suggerito l'abbinamento con vini piuttosto robusti come Bonarda, Buttafuoco, Rosso Oltrepò.
Salame
Preparazione
E’ di puro suino, con un disciplinare severo sulla provenienza e il metodo d’allevamento degli animali (i maiali, per esempio, non devono pesare meno di 150 kg); macinato a grana piuttosto grossa, è aromatizzato con infuso di aglio nel vino rosso e pepe nero in grani, insaccato in budello rigorosamente naturale, di pezzatura tra i 500 g e i 2 kg, stagionato 6/8 mesi. i tagli di carne impiegati sono: spalla, coscia, lonza, filetto, coppa snervata, pancettoni mondati, triti di prima qualità e grasso di guanciale e lardello per un massimo del 40%. In base alla pezzatura si distingue in varie tipologie: filzetta che ha una stagionatura di circa 45 giorni, filzettone con una stagionatura di circa 45 giorni, filzettone con una stagionatura di 60 giorni, sottocrespone a budello semplice con stagionatura di 120 giorni e cucito a budello doppio con stagionatura di minimo 180 giorni. Al taglio deve presentarsi tenero e di colore rosso vivo, con impasto compatto e bella presenza della parte bianca. I luoghi originali di stagionatura e la produzione artigianale garantiscono un salame tenero anche a giusta maturazione ma non molle né troppo grasso, di gusto dolce e delicato, di aroma intenso e caratteristico, che ben si sposa con i pani tipici del territorio (miccone pavese, micca di Stradella).
Abbinamenti
Bonarda, Buttafuoco, Rosso Oltrepò. Da provare anche con il Sangue di Giuda
Torta del paradiso
Preparazione
In un recipiente caldo si montano, fino a ottenere una spuma soffice, due etti di burro di primissima qualità e due etti di zucchero a velo; si uniscono, sbattendo con la frusta e uno per volta, quattro tuorli e tre uova intere, poi un pizzico di vaniglia in baccello spolverizzata (se si usa la vaniglina di sintesi si rovina tutto) e la scorza di un limone non trattato grattugiata sul momento. Infine si fanno scendere a pioggia da un setaccio un etto di farina 00 e un etto di fecola di patate mescolate insieme, mescolando con molta delicatezza per evitare che l’impasto si smonti. Si inforna in tortiera a 180°, cuoce in quaranta minuti. E’ migliore il giorno dopo e si conserva bene per diversi giorni avvolta accuratamente nella stagnola. Al momento dell’uso si spolvera di zucchero a velo.
Creata nel 1878 da Enrico Vigoni, è la più classica delle torte casalinghe, quella che piace a tutta la famiglia. Il segreto della vera torta paradiso e della sua bontà sta nelle materie prime e nella montatura accurata.
Abbinamenti
Moscato dell'Oltrepò o Sangue di Giuda.
Zuppa alla pavese
Ingredienti
4 uova fresche
12 crostini di pane casereccio raffermo
600 grammi di brodo di carne e gallina
100 grammi di formaggio grana
15 grammi di crescione d'acqua
Preparazione
Tostare il pane. Portare in ebollizione il brodo. Mettere nelle terrine il pane, il formaggio grana e l'uovo al centro e quindi versare il brodo bollente ed il crescione.
Storia
La zuppa alla pavese prende nome da un episodio che vide protagonista il Re Francesco I° che durante la battaglia di Pavia sollecitò una contadina per un frugale pasto. La donna, usando tutto ciò che aveva a disposizione, compose, senza saperlo, un piatto destinato ad una fama secolare ed internazionale.
Abbinamenti
Suggerito l'abbinamento con vini piuttosto robusti come Bonarda, Buttafuoco, Rosso Oltrepò.
Percorso escursionistico
L'itinerario, con un primo tratto a prevalente interesse naturalistico, consente di effettuare a piedi un giro in due aree poco frequentate e piacevoli, la Valle Solinga e la Valle di Recoaro. Le vallate hanno conservato caratteristiche di spiccata autenticità: le pendici s’innalzano verso altitudini che, seppure limitate in senso assoluto, sembrano ripidissime e alternano alla geometrica regolarità dei filari le macchie di superstiti boschi (di robinie, salici, pioppi, roveri e castagni), ma anche di ulivi e di erbe officinali (come la menta, per esempio). Possono inoltre essere avvistate numerose specie di uccelli, in particolare rapaci (come, per esempio, vari tipi di falchi). Non solo: questa passeggiata nelle verdi vallate intorno a Canneto Pavese offre anche l’occasione per un “tuffo” nel passato, permettendo di compiere un significativo percorso nella storia dei luoghi, dall’epoca medioevale ai giorni nostri.Si segnala, infine, che l’itinerario, complessivamente di facile percorrenza, è particolarmente indicato per le famiglie.
MAPPA
Caratteristiche dell'itinerario
Punto di partenza/arrivo: Canneto Pavese-via Roma (Chiesa Parrocchiale)
Modalità di percorrenza: a piedi
Lunghezza: Km. 6,9
Durata: 3 ore circa
Difficoltà: Percorso facile con qualche tratto in ripida discesa e salita, su strada sterrata e asfaltata
Dislivello massimo: Circa m 125 (dai m 242 di Canneto Pavese ai m 117 di Recoaro
Descrizione
Giunti al centro di Canneto Pavese, si consiglia di parcheggiare presso la chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Marcellino, Pietro ed Erasmo.
Con alle spalle l’abside della chiesa e di fronte il Centro Sociale del Comune (edificio moderno, sede di Ufficio Postale e Biblioteca), si imbocca il sentiero posto alla sinistra del Centro Sociale per incominciare la prima parte dell’itinerario.
Si prosegue diritti lungo il sentiero, in alcuni tratti sabbioso, che a mezza costa giro intorno alla valle, con belle vedute sui filari di viti.
Giunti a un quadrivio (strada in ripida salita sulla sinistra e in discesa sulla destra), si prosegue diritto, immersi in uno splendido ambiente naturale fatto di alberi ad alto fusto, cespugli, viti e ulivi, tra i suoni della natura.
Si procede sempre diritto fino a un bivio in cui occorre svoltare a destra.
Si percorre il sentiero fino in fondo, quando la strada, passando accanto a un laghetto, sale in mezzo al bosco con pendenza accentuata verso l’abitato di Canneto Pavese: arrivati alla strada asfaltata (di fronte a Via Torchio), si gira a destra e si ritorna al punto di partenza del percorso.
Prima di proseguire per la seconda parte dell’itinerario, si consiglia una sosta per visitare la Chiesa parrocchiale dei Santi Marcellino, Pietro ed Erasmo, all'interno della quale si segnala in modo particolare lo splendido altare maggiore in marmo.
La strada, in leggera discesa, segue il corso del rio Maga o rio Frate in mezzo ai boschi rinaturalizzati a causa dell’abbandono dei campi in questa parte della valle.
I rumori del sottobosco e l’acqua del torrente che scorre alla sinistra del sentiero accompagneranno gli escursionisti per qualche centinaio di metri.
Si giungerà in breve nel fondovalle alle Fonti di Recoaro, chiamate così per analogia con quelle venete che alla fine dell’Ottocento ormai avevano una risonanza nazionale. Si segnala, per un’eventuale sosta, il Ristorante-Pizzeria “Le Fonti di Recoaro”.
Per proseguire l’itinerario, si prende a sinistra la strada di fondovalle che passa tra i due edifici delle terme e si procede diritto seguendo la carrareccia che, anche se in terra battuta, è ben tracciata e ben percorribile. Dopo essere passati in mezzo a una serie di costruzioni, la vallata si apre: sullo sfondo l’abitato delle frazioni Fornace e Colombarone. La strada volge a sinistra e sale attraverso due ripidi tornanti da cui al di là dei canneti si gode una bella vista sulla vallata. Di fronte si intravedono i resti del castello. Giunti al borgo, si svolta a sinistra e lo si attraversa tutto fino ai resti del Castello di Montuè, meritevoli di una visita (giro intorno alle mura e visita ai sotterranei).
Si ritorna indietro e si ripercorre tutto l’abitato fino al bivio, dove si svolta a sinistra verso il centro di Canneto Pavese. Sulla destra, in posizione isolata sopra un’altura, è visibile la Torre Malpaga: è quel che resta – in mediocre stato di conservazione - del Castello di Malpaga, risalente forse al sec. XIV (si conserva solo un corpo di fabbrica con contrafforte scarpato e una slanciata torre in mattoni di più recente edificazione). Immerso in mezzo a vitigni è ora proprietà privata. Dopo qualche centinaio di metri (voltandosi indietro si può godere di una bella vista sull’abitato di Montuè), si giunge al Parco Comunale (sulla sinistra): da qui, svoltando a sinistra e proseguendo diritto, si ritorna alla Chiesa parrocchiale, punto di partenza dell'itinerario.
Nel caso si volesse compiere una sosta, si segnalano il ristorante Bazzini e il ristorante La Tinaia.
Percorso enogastronomico
L' itinerario attraversa l'intero territorio dell’Unione di Comuni Prima Collina e consente, in una giornata, di visitare le più importanti cantine della zona, con la possibilità di degustare (e acquistare) i principali vini DOC dell’Oltrepò Pavese. Le cantine segnalate sono state selezionate tenendo conto di alcuni fattori, e in particolare:
- notorietà e qualità della produzione (tutte le cantine selezionate sono citate per i loro vini da più di una guida del settore);
- livello di accoglienza (in termini sia di attitudine e disponibilità dei proprietari sia di dotazione di spazi adeguati per ricevere i visitatori);
- sussistenza di altri elementi di attrattiva [localizzazione della cantina, possibilità di visitare le vigne e i locali di produzione, presenza, oltre al vino, di altri fattori di interesse (animali, giochi per bambini, ecc.)].
Oltre ad offrire la possibilità di conoscere in modo completo gli aspetti enogastronomici legati al territorio [nel percorso sono segnalati i ristoranti e i punti nei quali si possono acquistare le specialità gastronomiche locali (ravioli, salumi, pane e dolci)], l’itinerario consente anche di entrare in contatto con l’incontaminata natura e gli splendidi paesaggi che caratterizzano questa zona collinare dell’Oltrepò Pavese.
Per fornire un panorama completo dell’area, ancora sconosciuta ai più, sono stati inoltre indicati i più significativi monumenti ed edifici storici che conferiscono all’itinerario ulteriore elemento di interesse da un punto di vista storico-culturale.
NOTE TECNICHE
Prima di intraprendere l’itinerario, si consiglia di prenotare telefonicamente le visite alle cantine, verificando direttamente con i referenti segnalati nelle apposite schede tempi e modalità di visita.
Come sopra ricordato, l’itinerario richiede circa una giornata; se si dispone di meno tempo, si può effettuare preliminarmente una selezione di cantine e luoghi da visitare
MAPPA
Caratteristiche dell'itinerario
Punto di partenza: Canneto Pavese (Via Colombarone) in cima alla strada che sale da Broni (strada provinciale 45)
Punto d arrivo: Canneto Pavese (Fonti Recoaro)
Modalità di percorrenza: automobile, motocicletta, bicicletta da strada
Lunghezza: Km. 27 ,8
Durata: 1 giorno
Difficoltà: Percorso interamente su strada asfaltata, con breve tratto in sterrato (1,3 km)
Saliti da Broni, dopo il cartello Canneto Pavese, si prosegue fino ad incontrare un bivio; da qui, punto di partenza dell’itinerario, si prosegue a destra fino all’incrocio successivo, davanti alla trattoria la Pesa. Di fronte alla trattoria, al numero 45 di via Colombarone.
Dopo la possibile sosta, si prosegue verso sinistra in direzione Canneto fino a giungere in località “Fornace”. 50 metri dopo il cartello, si prende verso destra in direzione Vergomberra: la piccola strada sinuosa e ombreggiata (circa 400 metri), con bella vista sul paese di Canneto e sulle colline circostanti, termina in un borgo rurale d’altri tempi, dove è possibile visitare la Cantina Verdi Bruno di Paolo.
Si risale e si ritorna verso la strada principale: allo stop, si curva a destra e si prosegue per qualche decina di metri fino a trovare, sulla sinistra, il Panificio Brandolini, dove è possibile acquistare numerose specialità locali (micca di Stradella, focaccia con i ciccioli - chisoela, ciambelle dolci - brasadè). Si prosegue - lasciando sulla sinistra la Tenuta Malpaga con la caratteristica torre in mattoni - sempre diritto, in direzione Canneto, lungo la strada principale per circa 500 metri, fino ad un bivio che, a sinistra, indica Cabassa e Municipio: svoltato a sinistra, superato il municipio sulla destra, si prosegue, con bella vista, a sinistra, sul borgo di Montuè, i ruderi del castello, le colline.
Si percorre quindi la strada a ritroso; ripassati davanti al municipio, al bivio si svolta a destra in direzione Broni e Castana. Al primo bivio successivo, si segue a destra l’indicazione per il Castello di Montuè di Montuè e si prosegue diritti nel borgo fino al termine della strada: si consiglia la visita a piedi dei ruderi del castello. Un sentiero, che contorna i ruderi, permette di godere di buone vedute sulle colline circostanti. È possibile anche accedere ai pochi resti del castello (sotterranei). A ridosso del castello si trova il laboratorio artigianale del Liutaio Giuseppe Tumiati. Si inverte la direzione di marcia. Al primo bivio si prosegue verso destra (sulla sinistra la Tenuta Malpaga); al bivio successivo, si gira a sinistra in direzione Canneto/Stradella. Dopo circa 150 metri, deviazione a destra in via Sabbione, e si prosegue diritti all’incrocio successivo: dopo circa un centinaio di metri, sulla destra, al civico 17, si trova la Cantina Fiamberti.
Dalla cantina si prosegue per un centinaio di metri fino alla Chiesa parrocchiale di Canneto. Sul lato destro della parrocchiale si trova un comodo parcheggio; da lì si può partire per visitare il monumento e dare uno sguardo ai resti dell’Antica Chiesa di San Marcellino, visibile dal sagrato sulla sinistra. In prossimità del parcheggio si trovano i ristoranti Bazzini (a sinistra) e La Tinaia (a destra).
Lasciato il parcheggio, si riprende l’itinerario imboccando via Roma a destra del Centro sociale/Ufficio postale: proseguendo diritto, si apre sulla sinistra un bel panorama con vista fino alle colline di Montù Beccaria e, dopo l’incrocio con via Casa Pavarani, sulla destra, è possibile scorgere l’abitato di Monteveneroso e, sullo sfondo, quello di Castana. Al primo bivio si pò fare una sosta all'Agriturismo "Cà Salvini" che troverete sulla sinistra, si segue l’indicazione a sinistra per Stradella e si scende verso la Valle Versa: di fronte, le colline di Montù Beccaria e di San Damiano. Giunti sulla provinciale 201, si prosegue verso destra in direzione Montescano e Santa Maria della Versa. A sinistra, dopo pochi metri, si trova la Bottega del Vino (Cantina Cooperativa di Canneto Pavese) e, subito dopo, a destra è possibile acquistare ottimi salumi di propria produzione dal salumificio F.lli Daturi Andrea e Floriana, poseguendo, a sinistra, la Cantina dei Fratelli Giorgi. Giunti alla rotonda, si prende a destra in direzione Monteveneroso, lasciandosi sulla destra il ristorante Al fuoco di brace. Sempre affacciato sulla rotonda, dallo stesso lato del ristorante, sorge più avanti il Club del Buttafuoco Storco dove si possono degustare e acquistare , oltre al vino Buttafuoco invecchiato anche tutti gli altri vini tipici dei soci del Club e unziona anche come Punto di Informazione turistica per il territorio dei 3 Comuni dell'Unione di Comuni Lombarda Prima Collina. Si sale, in mezzo alle vigne, verso Monteveneroso; dopo circa un chilometro, sulla destra, è visibile il Pozzo di S. Antonio. Dopo 500 metri circa, sulla sinistra, bella vista dal basso del borgo di Monteveneroso, sul quale svetta il campanile della piccola pieve. Dopo altri 300 metri, al bivio, si prosegue verso sinistra in direzione Montescano; si attraversa il borgo di Monteveneroso e si prosegue in costa tra vigneti e piccoli boschi. Al termine della salita, dopo un piccolo gruppo di case (frazione Costiolo, civici 77 e 83), si prosegue a sinistra e poi, al bivio, si svolta a sinistra verso Poggio Rebasti (strada a fondo chiuso): al di sotto è visibile Palazzo Olevano. La strada, dalla quale si gode un bel panorama, conduce alla Cantina Rebasti.
Percorrendo la strada a ritroso, si mantiene la destra (direzione Stradella) e, subito a sinistra, si prosegue verso Broni e Quaquarini. Ampia vista, prima, sulla destra, su Monteveneroso e, sullo sfondo, su Canneto; subito dopo, a sinistra, su Castana e la parrocchiale. Al bivio, si prende a sinistra in direzione Canneto e Quaquarini e si prosegue diritto al bivio successivo, fino ad arrivare alla Cantina Quaquarini (ampia vista panoramica sulle colline di Canneto e, sullo sfondo, sulla pianura padana)Proseguendo diritto, sulla destra bello scorcio del castello di Cigognola; poco più avanti, sulla sinistra, vista sul castello di Castana e la parrocchiale, mentre, sullo sfondo, è possibile vedere il castello di Montalto Pavese. La strada prosegue tra i vigneti, fino ad arrivare, dopo un paio di curve strette, a un incrocio. Allo stop, si prosegue verso sinistra e, al successivo bivio, ancora a sinistra, in direzione Montescano e Azienda vitivinicola Calvi; dopo pochi metri, sulla destra, sorge la Cantina Calvi Valter. Si prosegue verso Montescano per giungere, dopo 1200 metri, alla Locanda Montescano (sulla destra) e, poco più avanti, a Palazzo Olevano (sempre sulla destra). Si segue la strada, che scende tra dolci colline, e, oltrepassato il municipio di Montescano (sulla sinistra), si prosegue sempre diritto fino a raggiungere, prima dell’incrocio con la strada provinciale 201, la Fontana Missaga (a sinistra). Poco prima della rotonda che immette sulla provinciale, a destra è collocato il Wine Point La Versa; al centro della rotonda sorge la bottiglia simbolo della cantina sociale La Versa. Alla rotonda, si prende verso destra (direzione Santa Maria della Versa) e, dopo 300 metri circa, all’altezza della Chiesa della Madonna di Caravaggio, si gira a destra in direzione Montescano, costeggiando il lato destro della parrocchiale. Allo stop si svolta a sinistra e, all’incrocio successivo, di fronte al municipio di Montescano, ancora a sinistra (via Ca’ Colombi). Si sale quindi, tra vigneti e ampi panorami sulla Valle Versa e le colline di Montù Beccaria e San Damiano, verso Castana. Si prosegue per un paio di chilometri circa (anche attraversando gruppi di case) fino a un bivio con al centro una piccola cappella rosa e bianca dedicata alla Beata Vergine: al bivio si prende a sinistra e poi sempre diritto fino allo stop. Subito a destra si trova il Ristorante Cerutti e il negozio, dove è possibile acquistare salumi del luogo. Si prosegue diritto in direzione S. Maria della Versa. Dopo 400 metri, al bivio, si prende a destra in direzione Tornura e Quarti, per giungere, dopo un centinaio di metri, alla Cantina Tenuta La Costa (sulla sinistra). Da qui, bel panorama sulla Valle Scuropasso, con vista sul castello di Cigognola e di Montalto Pavese. Si prosegue in cresta, tra splendidi panorami, attraverso Tornura fino ad arrivare a Quarti, piccolo borgo rurale con azienda agricola e stalla (l’unica all’interno dell’Unione di Comuni). Di fronte alla stalla (il primo edificio sulla sinistra dopo il cartello della frazione) si imbocca una piccola strada sterrata di campagna (circa 1200 metri), che termina a Castana (sulla destra sorge la Chiesa parrocchiale di S. Andrea). Svoltando a sinistra, si percorre via Roma e si attraversa Castana fino ad una fontana (sulla sinistra); poco dopo la fontana, si imbocca la prima via a sinistra (via Castello, strada a fondo chiuso), che porta al Castello di Castana. Ritornati all’incrocio con via Roma, si svolta a sinistra e, subito a sinistra, si trovano la Macelleria Fugazza (civico 97) e il Negozio di Generi Alimentari di Isabella Portinari (civico 103), dove è possibile acquistare specialità locali. Si prosegue lungo la strada provinciale 45, seguendo le indicazioni per Broni e Canneto e mantenendo sulla sinistra la Valle Scuropasso, con vista sul castello di Cigognola. Si seguono quindi le indicazioni per Pavia e Broni e si scende nuovamente verso quest’ultima. Giunti al termine della discesa, si gira a destra, imboccando la via Emilia, e si attraversa Broni per poi svoltare nuovamente a destra in via del Recoaro: la strada si inoltra nella Valle dei Maga fino alle Fonti di Recoaro, tappa finale dell’itinerario e possibile luogo di ristoro (Ristorante-Pizzeria "Le Fonti di Recoaro").